Quantcast
Channel: pattern Archivi - Frizzifrizzi
Viewing all 83 articles
Browse latest View live

I pattern dei muri di Colonia

$
0
0

Durante il secondo conflitto mondiale gli Alleati sganciarono su Colonia quasi 50.000 tonnellate di bombe, che ridussero in macerie gran parte degli edifici (il 60% dell’area urbana e addirittura il 95% del centro storico), tanto che Rudolf Schwarz, l’architetto che cominciò a progettare la ricostruzione della città tedesca immediatamente dopo la fine della guerra, la ribattezzò “il più grande mucchio di macerie del mondo”.

Visto che era necessario ricominciare praticamente da zero, tra ricostruzioni degli edifici storici e costruzioni ex-novo, Colonia diventò un fertile terreno di sperimentazione per architetti di tutto il mondo. Dagli anni ’50 a oggi vennero innalzati palazzi straordinari ma anche sbrigativi esempi di edilizia residenziale e commerciale (soprattutto nei primi anni del dopo-guerra, quando bisognava dare un tetto a centinaia di migliaia di persone e alle imprese che cominciavano a ripartire).
Ma la città è anche un inaspettato “museo” a cielo aperto di pattern: tra piastrelle e mosaici, Colonia non ha poi molto da invidiare alle città mediterranee, come dimostra un account Instagram, @carreau_de_cologne (cioè piastrelle di Colonia), che da poco più di due anni ne raccoglie i più begli esempi.

[via]

L'articolo I pattern dei muri di Colonia proviene da Frizzifrizzi.


I timbri e i pattern di Andie Mayr

$
0
0

Maniaca dei pattern, amante del blu — così si definisce l’artista tedesca Andie Mayr.
Col nome d’arte di Regnitzflimmern (frutto della sintesi tra i fiumi delle sue due città, il Regnitz di Bamberg e lo scintillante — in tedesco flimmern — Iser che scorre a Monaco) intaglia a mano timbri che poi usa per creare, appunto, pattern stampati in blu di manganese su carta e tessuti.

L'articolo I timbri e i pattern di Andie Mayr proviene da Frizzifrizzi.

Uno dei più grandi artisti di origami ha scritto una guida per realizzare pattern

$
0
0

Già autore di un libro amatissimo dai lettori di Frizzifrizzi — Cut and fold paper textures, dedicato all’arte di piegare la carta per realizzare pattern, superfici e strutture — Paul Jackson è uno dei più grandi artisti e maestri di origami del mondo.

Con all’attivo collaborazioni con alcune tra le più prestigiose aziende e agenzie creative del mondo, mostre, lezioni a centinaia (più probabilmente migliaia) di studenti e più di trenta libri curati e pubblicati, Jackson è capace di rendere semplice anche ciò che semplice non è, realizzando complicate strutture utilizzando solo la carta oppure — come nel caso di questo libro — spiegando come realizzare pattern senza tirare in ballo termini troppo complicati e rendendo accessibile più o meno a chiunque la progettazione di un motivo ripetuto utilizzando quattro operazioni geometriche: traslazione, antitraslazione, rotazione e riflessione.

Pensato per designer della moda e del tessuto così come per grafici e architetti, How to Make Repeat Patterns: A Guide for Designers Architects and Artists è uscito in aprile per i tipi di Laurence King e si può acquistare anche su Amazon.

L'articolo Uno dei più grandi artisti di origami ha scritto una guida per realizzare pattern proviene da Frizzifrizzi.

I pattern e le illustrazioni di Sara Boccaccini Meadows

$
0
0

Fiori, foglie, sassi, conchiglie, le livree delle farfalle, frutta e verdura di stagione: i disegni dell’artista britannica Sara Boccaccini Meadows nascono da passeggiate nei giardini botanici, dalle escursioni nei parchi nazionali, dalle giornate in spiaggia e dalla sua formazione in design tessile, che l’ha portata a creare stampe per marchi del settore moda come Etro, Zara, H&M, DKNY, Urban Outfitters e Guess (ma capita anche che le rubino pattern a sua insaputa, com’è successo recentemente).

Oggi di base a Brooklyn, Sara collabora con diverse riviste, digitali e non, tra cui i-D, Refinery 29 e Design Sponge, e lavora principalmente con acquerello e guache.

Sul suo profilo Instagram ci sono i dettagli delle sue opere e i “dietro le quinte”, come gli schizzi su bloc notes, ma a chi volesse conoscere tutti i suoi “trucchi” del mestiere consigliamo il libro Botanical Painting: Nearly 20 Inspired Projects to Paint and Frame Instantly, di prossima pubblicazione, nel quale Sara mostra circa 20 progetti da realizzare guidando passo passo in ogni fase dell’illustrazione.

L'articolo I pattern e le illustrazioni di Sara Boccaccini Meadows proviene da Frizzifrizzi.

Tesori d’archivio: rawpixel ha restaurato alcune tavole di un libro dell’800 sulla decorazione

$
0
0

Nato nel 1925 a Parigi, figlio d’arte (suo padre era un disegnatore), Albert Charles Auguste Racinet fu uno dei più importanti illustratori e litografi dell’800, e viene ricordato soprattutto per due monumentali opere, delle enciclopedie illustrate che originariamente uscirono a fascicoli, una dedicata alla storia del costume, Le costume historique, con 500 tavole, di cui 300 a colori, e l’altra alle decorazioni e agli ornamenti, L’Ornement polychrome.

Entrambe le opere sono state oggetto di altrettante pubblicazioni da parte della casa editrice Taschen, ma L’Ornement polychrome è possibile sfogliarla interamente online sul sito della biblioteca pubblica di New York.

Ne vennero date alle stampe due edizioni, dell’Ornement polychrome: la prima, tra il 1869 e il 1873, era composta da 100 tavole a colori che ripercorrevano la storia dei motivi ornamentali, dall’arte primitiva al XVIII secolo, in un giro attorno al mondo che passava per l’Antico Egitto, per la Grecia classica, l’Italia etrusca, la Cina, il Giappone, la Persia, l’India, Bisanzio, e pian piano risaliva il fiume del tempo, pattern dopo pattern, decorazione dopo decorazione.

I disegni, tutti opera di Racinet, provenivano da lunghe ricerche e sembravano uscire dalle pagine, coi loro vividi colori, frutto di un sapiente utilizzo della tecnica della cromolitografia.

Accolto in maniera entusiastica dagli artisti e dagli artigiani del tempo, L’Ornement polychrome si guadagnò anche una seconda edizione, nel 1888, che ampliava la prima aggiungendo 20 nuove tavole, che arrivavano a toccare la contemporaneità (ovviamente quella di Racinet, cioè il XIX secolo).

Una copia originale della seconda edizione è di proprietà di rawpixel, un sito di immagini stock che ha digitalizzato il libro e ne ha migliorato la resa cromatica, pubblicando online alcune pagine. Il risultato è sorprendente e tutte le immagini (in alto e di seguito una selezione) si possono scaricare gratuitamente, anche in alta risoluzione. Per poterlo fare, tuttavia, bisogna però iscriversi al sito.

L'articolo Tesori d’archivio: rawpixel ha restaurato alcune tavole di un libro dell’800 sulla decorazione proviene da Frizzifrizzi.

Save the date | Di supereroi, yeti, isole e cascate

$
0
0

Marta Iorio, alla quale ogni tanto si allunga la i e diventa Marta Jorio, ha avuto una vita movimentata. Da Napoli, dov’è nata, a Bologna, dove ha studiato all’Accademia di Belle Arti. E poi da Bologna a Oaxaca, in Messico, dove è rimasta qualche anno, prima di volare verso a Palermo, a progettare laboratori per bambini in una galleria d’arte, fino al ritorno a Bologna, dove ora vive e lavora, senza però starsene troppo ferma, visto che è spesso in giro a tenere laboratori su e giù per l’Italia.

Marta conosce le sirene, Marta si è arrampicata sui vulcani, Marta raccoglie le piante e le trasforma in storie e motivi, Marta che si sente una cicala e sta bene quando le sente, le cicale, Marta che stampa, Marta che illustra, Marta che studia i pattern, Marta che incide con bulino, Marta ceramista. Marta che, sopra a ogni cosa, è una narratrice. E ovunque vada raccoglie impressioni che poi riporta a casa e te le racconta, e la sua voce la senti nei colori, la trovi nelle forme, nell’espressione di una scultura, souvenir parlante di un posto che può essere reale oppure immaginato o anche proprio immaginario.

Lo yeti potrebbe vivere vicino al tagliatore di cocco. L’isola tropicale stare proprio accanto all’Himalaya. Le stelle apparire sull’insalatiera. Ha senso. L’importante è che tutto racconti una storia, e con Marta Jorio le storie appaiono da un piatto, da una carta da parati, da una statuina, dalle opere esposte durante la mostra di stampe, ceramiche e pitture Di supereroi, yeti, isole e cascate, che inaugurerà il prossimo 29 settembre e aprirà la stagione espositive di Officina Margherita, a Bologna, che è anche lo spazio che Marta condivide con Zooo Print & Press e con Vinilificio.

L'articolo Save the date | Di supereroi, yeti, isole e cascate proviene da Frizzifrizzi.

I pattern dei film di Wes Anderson e della serie Stranger Things

$
0
0

Di Dan Lehman e dei suoi pattern scrivemmo già un paio di anni fa, quando scoprimmo i suoi lavori ispirati ai film di Wes Anderson, che si possono anche acquistare online come tessuti.

A quanto pare Lehman, che vive in Colorado e lavora come designer e illustratore, si tiene al passo con le uscite su grande schermo del filmmaker americano perché ha da poco pubblicato un nuovo lavoro che mette assieme — così come in passato — i personaggi, gli oggetti, i luoghi (e i loghi) più significativi di Isle of Dogs, lungometraggio d’animazione in stop motion distribuito quest’anno (a proposito: è uscito anche un libro interamente dedicato al film).

Tra una pellicola andersoniana e l’altra, l’illustratore ha anche trovato il tempo per dedicare altri due pattern a una serie tv di culto come Stranger Things, uno per stagione.

L'articolo I pattern dei film di Wes Anderson e della serie Stranger Things proviene da Frizzifrizzi.

I pattern e i collage di Matthew Craven

$
0
0

Quando a 22 anni si è iscritto alla scuola d’arte, l’artista americano Matthew Craven voleva fare il pittore. Amante dell’arte astratta, a un certo punto si è accorto, però, che la pittura non faceva per lui. In un’intervista di qualche anno fa per il magazine Redefine, ha raccontato di aver pensato: «Oh, essere un pittore a New York, dovrò uscire con altri pittori e parlare di pittura e citare la storia della pittura nei miei lavori».

Classe 1981, di base a Los Angeles, Craven ha trovato la sua strada per caso, quando un suo amico gli regalò una serie di cornici da usare per i suoi disegni e lui dentro a quelle cornici notò delle vecchie illustrazioni di arte tradizionale americana, che utilizzò per disegnarci sopra e che ritagliò utilizzandone dei frammenti per realizzare dei collage.

Fu così che scoprì “la sua cosa”, la sua cifra stilistica, ciò che gli piaceva davvero fare, e cioè disegnare pattern e andare alla ricerca di vecchi libri di arte indigena, di arte primitiva, di arte folk, di antropologia, utilizzando le immagini e giustapponendo periodi storici diversi, luoghi lontanissimi, magari uniti da opere e simboli che si assomigliano o sono pressoché identici.

«Ogni immagine che uso è stata originariamente fatta a mano in qualche momento della storia umana, che si tratti di un tessuto, di un busto scolpito o di un affresco dipinto. Onoro queste tradizioni facendo io stesso la stessa cosa», spiega Craven, che ha appena pubblicato il suo primo libro, Primer, con la casa editrice indipendente Anthology Editions.

228 pagine, 221 illustrazioni, Primer è una sorta di grande raccolta di link visivi che collegano la storia del mondo.

L'articolo I pattern e i collage di Matthew Craven proviene da Frizzifrizzi.


Tesori d’archivio: un’enciclopedia dedicata alle decorazioni dall’antichità all’800

$
0
0

Conosciuto soprattutto per una delle più grandi scoperte archeologiche del ‘900 — la collina fortificata di Karatepe, in Turchia, dove tra gli anni ’40 e gli anni ’50 venne trovata un’epigrafe che permise di decifrare i geroglifici ittiti — lo storico ed archeologo tedesco Helmuth Philipp Theodor Bossert fu anche uno dei maggiori studiosi dell’arte della decorazione, alla quale dedicò un libro, o meglio un’enciclopedia, uscita originariamente in tedesco nel 1924 e poi pubblicata in inglese, col titolo An encyclopaedia of colour decoration from the earliest times to the middle of the XIXth century, nel 1928.

Raccogliendo immagini da altre opere e viaggiando in tutto il mondo per produrne di nuove, Bossert mise insieme ben 120 tavole a colori, che illustrano alcuni tra i migliori esempi di decorazioni murali, tessili e su legno dall’Antico Egitto alla Francia di metà ‘800.
Tra le tante meraviglie, ce ne sono molte italiane, trovate a Pompei, Tarquinia, Roma, Messina, Monreale, Anagni, Assisi, Firenze.

L’enciclopedia si può sfogliare integralmente online e, volendo, anche scaricare gratuitamente.

L'articolo Tesori d’archivio: un’enciclopedia dedicata alle decorazioni dall’antichità all’800 proviene da Frizzifrizzi.

PPPattern: grafici e illustratori italiani ti riempiono la casa di pattern

$
0
0

Di Italianism, piattaforma ideata dal vulcanico Renato Fontana e dedicata alla promozione della creatività italiana, ho scritto più volte qui su Frizzifrizzi, in occasione di concorsi e conferenze.
Finora, però, non avevo mai accennato — mea maxima culpa — a Pattern Matters, iniziativa interna a Italianism nata senza troppo clamore nel giugno del 2017 e focalizzata sulla presentazione — ogni settimana — di un pattern inedito commissionato ad artisti e graphic designer, ovviamente italiani.

Proprio quel progetto, che si è poi trasformato in una mostra in occasione dell’ultima design week milanese, ha aperto la strada alla nascita di un’altra impresa, PPPattern, un vero e proprio brand che traduce il linguaggio visivo dei creativi italiani in prodotti con cui arredare la casa o da utilizzare tra le mura domestiche, in ufficio, in viaggio.

Fondato dallo stesso Fontana insieme al business developer Sergio Mattiuz, con la direzione creativa di Andrea Cadorin e in collaborazione con Printaly, azienda che si occupa della produzione, PPPattern è stato lanciato ufficialmente l’11 ottobre scorso a Torino durante i Graphic Days ed ha esordito con una collezione di più di 80 pattern realizzati da 40 tra illustratori, grafici, fumettisti, street artist e art director italiani, applicati a diversi prodotti: carte da parati tradizionali, carte da parati in PVC riposizionabili, blocchi note, carta da regalo e copricandela da tavola.

I nomi coinvolti finora nel progetto (tra cui diverse “vecchie conoscenze” di Frizzifrizzi) sono: Paola Arena, Adriano Attus, Alessandro Nobile per Alkanoids, Marco Serracca per Alkanoids, Dom Barra/Altered Data, Sylvie Bello, Roberto Hikimi Blefari, Michela Buttignol, Lucia Calfapietra, Elisa Caroli LOIS, Giulia Conoscenti, Oscar Odd Diodoro, Chiara Fedele, Gummy Gue, Il Pistrice, Greg Jager, Lucamaleonte, Livia Massaccesi, Mastereaster, MOTOREFISICO, Giulia Nava, Rita Petruccioli, Francesca Pignataro, Massimo Polvara, Gianni Puri, Jacopo Rosati, Resli Tale, Davide Bart Salvemini, Elisa Seitzinger, Gianfranco Setzu, Studio Mistaker+Masi, Morena Tamborrino Illustrazioni, Paola Tassetti, The
6th, Undesign, Giulio Vesprini, Silvia Virgillo, VZNstudio e Giulia Zoavo.

Ma questo — come si suol dire — è solo l’inizio: arriveranno altri artisti e arriveranno pure altri prodotti. In programma c’è infatti l’uscita di blocchi in altri formati, di agende, di nastri adesivi per decorare, di coprivasi e di veri e propri set tematici con diverse tipologie di articoli.

Oltre a poter già acquistare online tutti i pezzi firmati PPPattern, si potranno vederli dal vivo dal 2 al 4 novembre prossimi in occasione di Artissima, la fiera internazionale di arte contemporanea di Torino, durante la quale i pattern decoreranno gli spazi dell’Art Bistrot, arredato da un altro marchio italiano, Lago.

L'articolo PPPattern: grafici e illustratori italiani ti riempiono la casa di pattern proviene da Frizzifrizzi.

Pattern Design: l’enciclopedia visiva dei pattern

$
0
0

«Vivace o tranquillo, a flusso libero o rigorosamente ordinato, il pattern è dove colore e trama si incontrano e fanno musica», così scrive la giornalista e autrice britannica Elizabeth Wilhide nell’introduzione a Pattern Design, un corposo libro di quasi 700 pagine che ha curato per la casa editrice Thames & Hudson.

Musica, dunque. L’arte della ripetizione, degli spazi vuoti e degli spazi pieni, regolati secondo uno schema più o meno complesso. Dal tum tum tum delle percussioni tribali alle Variazioni Goldberg di Bach. Lo stesso accade sulle carte da parati e sui tessuti riccamente decorati ma anche — ricorda sempre Wilhide — nei «ritmici segni impressi sui vasi di argilla» e nelle «molteplici impronte di mani marcate sulle pareti delle caverne» dall’uomo preistorico. La ripetizione è insita nella nostra struttura mentale. Cerchiamo schemi ovunque, nella natura, nello svolgersi degli eventi. Ci mettono a nostro agio. Ci mettono in contatto con alt(r)i livelli di pensiero. Ci aiutano ad andare in profondità. Ci mandano in estasi — vedi la musica trance, i ritmi tribali, appunto, e i pattern degli edifici religiosi e relativi agli immaginari sacri. Semplicemente «ci danno piacere», per citare di nuovo l’autrice del libro.

Presenti in ogni luogo e in ogni tempo, ne troviamo alcuni tra i più meravigliosi esempi tra le pagine di Pattern Design, che raccoglie più di 1500 immagini suddivise in tante macro-categorie quanti sono i capitoli del libro — flora, fauna, geometrici, pittorici, astratti — ciascuno suddiviso in ulteriori sotto-insiemi, che al loro interno accolgono anche approfondimenti su movimenti artistici (ad esempio l’art nouveau nella sezione floreale e le giapponeserie in quella faunistica, e poi la calligrafia araba, l’art déco, il modernismo), particolari tecniche (il katagami giapponese, i boteh indiani o i sarapi messicani) e autori importanti, tra i quali Escher, Charles and Ray Eames, Anni Albers, Enid Marx, Sonia Delaunay, Marianne Straub.

Pubblicato a ottobre, il libro si acquista anche su Amazon.

L'articolo Pattern Design: l’enciclopedia visiva dei pattern proviene da Frizzifrizzi.

Tesori d’archivio: i pattern delle stampe Ukiyo-e

$
0
0

L’Ukiyo-e — letteralmente immagine del mondo fluttuante — è il più popolare genere di stampe giapponesi (qui parliamo di un archivio che ne mostra decine di migliaia).

Fiorito nel ‘600, è caratterizzato da opere realizzate con l’uso di matrici in legno (qui c’è un video che mostra tutto l’affascinante procedimento), ed è molto comune trovare nelle stampe degli splendidi pattern, utilizzati sui capi indossati dai soggetti rappresentati e nelle decorazioni delle scene ambientate sia in spazi interni che esterni. Pattern che talvolta erano ispirati o copiati da abiti e stoffe, altre volte totalmente inventati, e dunque potenziali fonti d’ispirazione per chi confezionava kimono, carte da parati e tendaggi.

C’è addirittura un libro, che risale probabilmente al 1860, interamente dedicato alla campionatura di alcuni tra i più interessanti motivi (ben 240) provenienti proprio dalle stampe Ukiyo-e.
Il volume, intitolato semplicemente Designs selected from Ukiyoe prints si può sfogliare integralmente online oppure scaricare gratuitamente.

L'articolo Tesori d’archivio: i pattern delle stampe Ukiyo-e proviene da Frizzifrizzi.

Un progetto nato per catalogare tutti gli “azulejos” di Porto

$
0
0

Tipici della penisola iberica in genere ma soprattutto del Portogallo, gli azulejos sono l’oggetto d’indagine di diversi appassionati, che usano il web e i social network per catalogare i meravigliosi esempi di piastrelle in ceramica che decorano le case e i palazzi: se tempo fa abbiamo parlato di un account Instagram dedicato agli azulejos di Lisbona, stavolta andiamo a Porto, dove una designer grafica e una operatrice culturale — Alba Plaza e Marisa Ferreira — stanno lavorando dal 2016 alla raccolta e alla schedatura di quelli visibili per le strade della loro città.

Il progetto si chiama Os Azulejos do Porto e consiste in un sito che ad oggi mostra oltre 200 esemplari, ciascuno appositamente mappato e fotografato sia nel dettaglio (la singola piastrella) che nell’insieme.

L’intento di Plaza e Ferreira è di catalogare tutti ma proprio tutti gli azulejos di Porto, andando pure a ricercare informazioni sul periodo di produzione, la fabbrica o l’artigiano che li hanno realizzati, e persino le tecniche (di alcuni pezzi hanno già caricato i dati). Un lavoro immane — «tra il XIX e XX secolo nella zona di Porto c’erano più di 19 fabbriche di piastrelle e si stima ci siano più di 1000 tipi di pattern differenti», spiegano Alba e Marisa — che stanno cercando di finanziare attraverso un altro progetto, Gazete Azulejos, col quale organizzano workshop di pittura delle piastrella e ne vendono alcune prodotte da loro.

Os Azulejos do Porto è anche su Instagram.

L'articolo Un progetto nato per catalogare tutti gli “azulejos” di Porto proviene da Frizzifrizzi.

Tesori d’archivio: SilkMemory è un archivio online dei tessuti svizzeri

$
0
0

La produzione della seta arrivò in Europa, dall’Oriente, poco prima dell’anno 1000, per poi diffondersi in tutto il continente a partire dai paesi affacciati sul Mediterraneo e spingendosi in seguito sempre più a nord.
In Svizzera le prime testimonianze della produzione e lavorazione della seta risalgono al ‘200/300, ma è attorno all’800 che iniziò a svilupparsi una vera e propria industria, soprattutto nella zona di Zurigo.

Sulle rive dello Zürichsee, tra la seconda metà del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo, sorsero numerosi setifici, che resero per qualche anno il Cantone di Zurigo il secondo maggior produttore mondiale di seta. Oggi, di quell’attività che è andata poi riducendosi sempre di più nel corso del ‘900, rimangono gli edifici, le storie e gli archivi tessili. Proprio attraverso questi ultimi, la Lucerne School of Art and Design ha pensato di rivalutare e documentare l’importanza dell’industria tessile zurighese, studiando e catalogando le tante collezioni che dai magazzini delle aziende sono state acquisite dai musei e dalle pubbliche istituzioni, creando un sito nel quale mettere online tutto il materiale.

Quel sito si chiama Silk Memory e si sviluppa proprio come un vero archivio di tessuti, non solo in seta, da consultare scorrendo lungo una timeline che parte dal 1880 e arriva fino a oggi (ma andando ancora indietro si può arrivare a frammenti che risalgono al tredicesimo secolo), potendo scremare le ricerche in base a diversi parametri, tra cui il colore, il materiale, la tecnica, e la funzione.

Sono più di 5000 i pezzi che si possono visionare, tra cui oltre 1300 fotografie e più di 3500 scansioni di campioni di tessuto.

L'articolo Tesori d’archivio: SilkMemory è un archivio online dei tessuti svizzeri proviene da Frizzifrizzi.

Tesori d’archivio: un sito raccoglie i pattern delle buste postali

$
0
0

Si può vedere qualcosa di continuo, avercela sotto gli occhi per tutta la vita, eppure non guardarla mai davvero. È un pensiero banale, certo. Li abbiamo visti tutti i vecchi, stereotipati film adolescenziali con l’amica bruttina che poi, come l’anatroccolo che diventa cigno, si trasforma in una bellezza. E chi è più fortunato, a scuola ha avuto insegnanti che hanno spiegato le sottili sfumature di significato del vedere, del guardare, dell’osservare, del fissare e dello scrutare (per chi non li ha avuti, se ne parla qui).

Però questo è davvero uno di quei casi: ho visto per una vita il lato interno delle buste da lettera, perlomeno da quando ricevo e pago bollette, ma non avevo mai prestato attenzione ai pattern che spesso ci sono stampati dentro. C’è voluto un sito per scatenare quest’epifania, che ha pure messo in moto una possibile, futura serie di post su Instagram dal mio profilo.
Il sito si chiama Envelope Collection e, nel momento in cui scrivo, raccoglie quasi 200 buste, tutte diverse (anche se le differenze, a volte, sono minime), aperte e scansionate.

A riceverle, con dentro conti da pagare, spam e corrispondenza, è un’artista americana, Bethany Johnson, che ha l’occhio allenato, lavorando spesso con elementi come pattern e texture.

[via]

L'articolo Tesori d’archivio: un sito raccoglie i pattern delle buste postali proviene da Frizzifrizzi.


Tesori d’archivio: i pattern dei calligrammi sacri di Rabanus Maurus

$
0
0

Lodare la croce disegnando la croce, disegnandola nei modi più svariati, in effetti, e usando la rappresentazione formale per esplicitare le lodi su vari livelli, inserendo all’interno dei componimenti poetici religiosi parole e frasi che, non fosse per le forme e i colori, rimarrebbero probabilmente nascoste.

Quelli composti attorno all’anno 810 dal Rabano Mauro — abate e arcivescovo tedesco fatto santo dalla Chiesa cattolica — sono dei calligrammi, cioè poesie da guardare, oltre che da leggere. Alcuni di essi funzionano come una sorta di crucipuzzle, nei quali il testo “sopra al testo” viene evidenziato da pattern, illustrazioni e scritte che creano delle croci.

I calligrammi sono raccolti nel manoscritto Liber de laudibus Sanctae Crucis, realizzato da Mauro come dono all’imperatore Ludovico il Pio.
Del libro esistono diverse copie, una delle quali conservata presso la British Library (fa parte della stessa collezione in cui si trova quest’altro capolavoro pieno di calligrammi), ma è su Wikimedia Commons che le immagini si possono ammirare meglio in tutta la loro geometrica bellezza, mentre la copia della Bibliothèque nationale de France permette di sfogliare l’intero volume.

L'articolo Tesori d’archivio: i pattern dei calligrammi sacri di Rabanus Maurus proviene da Frizzifrizzi.

Tesori d’archivio: un vecchio libro raccoglie i pattern dei tessuti sovietici anni ’20 e ’30

$
0
0

Si intitola Советские ткани, cioè Tessuti sovietici, ed è un vecchio libro degli anni ’70, ormai raro, che raccoglie alcuni tra i migliori esempi di pattern stampati sui tessuti in Unione Sovietica duranti gli anni ’20 e ’30, quindi immediatamente dopo la Rivoluzione d’Ottobre e la Guerra civile russa, che portò alla fondazione dell’URSS.

Essendo quasi introvabile, il volume è stato scansionato più volte da chi ne possiede una copia, quindi online si possono trovare tutte le immagini, assai affascinanti, caratterizzate da stili che vanno dal classico alle avanguardie artistiche, con motivi pieni dei simboli che caratterizzavano la propaganda sovietica.

Le scansioni, purtroppo di qualità non eccezionale, si possono trovare tutte qui.

(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)
(fonte: yadi.sk/a/jwGK2j3W3Y9Tap)

[via]

L'articolo Tesori d’archivio: un vecchio libro raccoglie i pattern dei tessuti sovietici anni ’20 e ’30 proviene da Frizzifrizzi.

Le infrastrutture diventano pattern nelle illustrazioni di Paul Hallows

$
0
0

Infinite file di container e vagoni, facciate brulicanti di condizionatori, colonie di silos, dispiegamenti di piloni, schiere di turbine eoliche, torri di pallet e imballaggi: l’illustratore britannico Paul Hallows prende alcuni degli elementi tipici della società industriale e li ripete in composizioni che vanno a formare ipnotici pattern.

L’effetto è straniante: le immagini, dettagliatissime, sono al contempo tranquillizzanti — grazie alla ripetitività dello schema — e inquietanti, per via della “presenza eccessiva” degli elementi, che nel suo The Weird and the Eerie Mark Fisher descrive come caratteristica del “weird”.

Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)

Tutti conosciamo e riconosciamo condizionatori, silos e imballaggi, ma vedere scenari deumanizzati e a tal punto gremiti di componenti identici mette addosso un certo disagio, un sottile senso di oppressione che cresce quanto più ci si avvicina alle opere, che non sono semplici esercizi di stile dall’ottimo effetto decorativo bensì lavori nei quali il sottotesto politico è evidente — e lo è ancora di più in una illustrazione in particolare, visibile sul sito, quella che ritrae i mezzi di polizia usati contro i manifestanti.

Attualmente in mostra (fino al 22 settembre) presso la galleria the modernist di Manchester, la serie Infrastructure Patterns di Paul Hallows si può anche acquistare in grandi poster formato A1.

Per il trailer della mostra gli elementi dei poster sono stati animati
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)
Infrastructure Patterns (courtesy: Paul Hallows)

L'articolo Le infrastrutture diventano pattern nelle illustrazioni di Paul Hallows proviene da Frizzifrizzi.

I quaderni e i blocchi di Forget Me Not

$
0
0

Nato nel 2010 come studio specializzato nel disegno di pattern, fondato da Corinne Brun, detta “Coco”, già illustratrice poi passata alla comunicazione e alla consulenza per le aziende di moda, Forget Me Not negli anni è diventato un vero e proprio marchio, specializzatosi inizialmente in ambito tessile per poi conquistare pian piano altri “mondi”.

Qui su Frizzifrizzi ne abbiamo parlato la prima volta per una collezione di sciarpe e successivamente siamo rimasti a bocca aperta davanti a coloratissime coperte ispirate alle forme della natura.
Seguendo una bussola che oscilla tra due punti cardinali — artigianalità e collaborazione — di recente Forget Me Not ha lavorato con Beauregard Studio, agenzia di design guidata da un’altra donna con lo spirito affine a quello di “Coco”, Aurélie Poli.

(courtesy: Forget Me Not)

Per una di quelle congiunzioni astrali sulle quale non bisogna farsi troppe domande ma dalle quali occorre invece farsi guidare come fossero un segno dal cielo, Aurélie e “Coco” hanno l’ufficio sulla stessa via di Parigi, fatalità che ha accelerato un’unione creativa che probabilmente sarebbe stata comunque inevitabile.
Da questo incontro è nata una collezione, battezzata con un azzeccatissimo Affinités, che si è sviluppata in diversi prodotti, tutti caratterizzati da splendidi pattern: plaid, foulard, copricuscini ma anche vetrate e piastrelle, oltre a una linea di blocchi e quaderni, caratterizzati da copertine serigrafate a mano.

Trattandosi di oggetti sui quali appuntare, tra l’altro non poteva esserci nome migliore per un marchio che Forget Me Not.

(courtesy: Forget Me Not)
(courtesy: Forget Me Not)
(courtesy: Forget Me Not)
(courtesy: Forget Me Not)
(courtesy: Forget Me Not)
(courtesy: Forget Me Not)
(courtesy: Forget Me Not)
(courtesy: Forget Me Not)

L'articolo I quaderni e i blocchi di Forget Me Not proviene da Frizzifrizzi.

Tesori d’archivio: le tavole di un libro di fine ‘800 sulle decorazioni

$
0
0

Uomo dai molti talenti, lo scozzese George Ashdown Audsley si fece conoscere nell’Inghilterra dell’800 innanzitutto per la sua professione di architetto. Insieme a suo fratello William fondò a Liverpool lo studio W. & G. Audsley, che tra il 1860 e e il 1880 progettò numerose chiese in stile neogotico, alcune delle quali ancora oggi esistenti.
Trasferitisi negli Stati Uniti — William nel 1884, George nel 1890 — i due fratelli continuarono la loro attività anche oltreoceano.
Ma ciò per cui George Ashdown Audsley viene ricordato maggiormente ancora oggi è il Wanamaker Grand Court Organ, il più grande organo a canne del mondo, che egli, appassionato progettista di organi, ideò per l’esposizione universale di St. Louis, Missouri, del 1904 (oggi il poderoso strumento si trova nei grandi magazzini Macy’s di Philadelphia).

Nel corso della sua lunga vita — morì nel New Jersey a quasi 87 anni — Audsley fu anche autore di numerosi libri, sia relativi alla costruzione di organi a canne che alle arti decorative e della stampa.
Grande esperto di arte orientale, iconografia, decorazione e persino teoria del colore applicata alla moda, scrisse e illustrò molti trattati. Tra gli altri: Guide to the art of illuminating and missal painting, con il fratello William (1862), Handbook of Christian Symbolism, anche questo con William (1865), Keramic art of Japan (in due volumi, 1881), The ornamental arts of Japan (in due volumi, 1882), Colour harmony in dress (1922).

George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)

Insieme a suo figlio Maurice, firmò, nel 1892, The Practical Decorator and Ornamentist, un prezioso volume stampato in cromolitografia che raccoglieva 100 tavole a colori con decorazioni e pattern di stili ed epoche differenti: dalla Grecia antica al Medioevo, dal Giappone al gotico.

In possesso di una prima edizione del volume, il sito Rawpixel ha digitalizzato e migliorato in digitale la resa cromatica di alcune tavole, mettendole online, consultabili da chiunque e scaricabili in alta risoluzione (previa iscrizione al sito),

George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)
George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)
George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)
George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)
George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)
George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)
George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)
George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)
George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)
George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)
George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)
George e Maurice Ashdown Audsley, “The Practical Decorator and Ornamentist”, 1892 (fonte: rawpixel.com)

L'articolo Tesori d’archivio: le tavole di un libro di fine ‘800 sulle decorazioni proviene da Frizzifrizzi.

Viewing all 83 articles
Browse latest View live




Latest Images