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Channel: pattern Archivi - Frizzifrizzi
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Fine Little Day

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Quando lo sconforto della domenica pomeriggio ti prende all’improvviso, puoi farti un bel giro su un blog veramente veramente carino e cheerful. Prendi una tazza di the verde, una paio di Oreos e inizia a sfogliarti Fine Little Day.

L’autrice di questa delizia è la svedese Elisabeth che ogni giorno apre le porte di casa sua per regalare un piccolo momento di gioia: ci puoi trovare nuovi pattern, libri, vestiti e pezzi di casa sua. L’idea è quella di farti apprezzare la vita di tutti i giorni, di trovare il piccolo piacere di questa giornata, di mostrarti la creatività a 360°, il tutto insieme alla sua famiglia.

Se hai bisogno di un abbraccio, questo è il posto giusto. E se vuoi saperne di più, puoi sbirciare il portfolio di Elisabeth qui.


Patternprints Journal

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Stampe scavezzacollo, pattern da incaglio oculare, carte da parati per corse a perdifiato in mondi virtuali, textures dove infilare i polpastrelli della mente.
Questo e altro su patternprints journal, nuovo blog sul ripetitivo/ripetente/ripetuto mondo dei patterns e delle stampe, dall’arte alla moda, passando per design.
Non c’è ancora una sezione galattica (il cosmo ne sa a pacchi di schemi che si ripetono) ma forse arriverà. Magari insieme a quella psichedelica, per i nottambuli che hanno bisogno di un panorama a due dimensioni nel quale entrare per qualche minuto o qualche ora (dipende da cosa hai preso).

The Pattern Library

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Tralasciando chi decide di mettere come immagine di sfondo, sullo schermo del proprio pc, le foto del matrimonio con tanto di canonico effetto flou, i faccioni della prole, il tramonto da cartolina catturato durante l’ultima vacanza nel Mar Rosso, una delle tante variazioni sul tema “keep calm and carry on”, slogan motivazionali rubati ai libri di Paulo Coelho, la vignetta sagace di qualche fumettista fallito della domenica.

Tralasciando questi, e togliendoci quindi di mezzo un buon 51,8%, per il resto di noi zombie colpiti da scrivanîte cronica quella dello sfondo perfetto è una ricerca lunga e piena di insidie, con variabili fondamentali che non si possono non tenere in considerazione. Una su tutte: la densità di cartelle e file sparsi per lo schermo (se li metti su uno sfondo troppo chiaro e ricco di dettagli ottieni semplicemente un marasma cromatico indistinguibile e vagamente nauseabondo, altamente sconsigliato durante virus intestinali e mattinate post-sbornia).

E se dopo aver provato l’immenso archivio di Kuvva non ci riteniamo ancora soddisfatti possiamo comunque continuare a cercare e cercare e magari trovare il proprio sfondo ideale su un sito come The Pattern Library, progetto collaborativo lanciato da poco da un graphic designer, Claudio Guglieri, e uno sviluppatore, Tim Holman.

Il progetto è appena agli inizi ma si propone di diventare una sorta di libreria gratuita di pattern (che quindi vanno bene sì come sfondi per lo schermo ma anche per mille altri usi), creati e messi liberamente a disposizione del pubblico da creativi di tutto il mondo.

Pattern Foundry, o del vendere pattern online - dove designer, matematici e artisti progettano motivi per la moda, il design e l'editoria

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Fondata nel 2005 dal designer inglese Richard Rhys, Pattern Foundry è uno strano ibrido tra un archivio, una piattaforma concettuale e un negozio dove tutto ruota attorno ai pattern.
Rhys ha iniziato lavorando da Alexander McQueen dove, oltre a lavorare sulle grafiche delle stampe, ha iniziato a creare centinaia di motivi differenti andando a costruire un archivio enorme, che poi ha continuato a sviluppare anche una volta uscito dall’azienda per poi trasformarlo, durante i suoi studi in graphic design alla Central Saint Martins, in un progetto di laurea focalizzato sull’idea di vendere pattern alle aziende, idea che è poi diventata un sito: Pattern Foundry, appunto.

Da allora Rhys ha cominciato ad avere tra i suoi clienti aziende della moda, dell’editoria e del design, diventando di fatto anche una sorta di agenzia per tutta una serie di creatori di pattern, arrivando a collaborare con mostri sacri come Wim Crouwel o addirittura con un matematico come Marcus Du Satoy (un grandissimo divulgatore di cui consiglio un libro assolutamente imperdibile anche per chi, come me, di matematica ne “mastica” poca: L’enigma dei numeri primi), con cui tra l’altro Rhys ha tenuto l’anno scorso una conferenza su pattern e matematica (cos’è dopotutto il matematico se non un cercatore di schemi ripetuti?).

Oggi Pattern Foundry è un sito che oltre a offrire ispirazioni continue e la possibilità di “prendersi” gratuitamente qualche bello sfondo per il desktop è anche un negozio online di prodotti pattern-centrici, dai tessuti alle piastrelle per la casa, realizzati da artisti celebri in tutto il mondo o da illustri sconosciuti, invitati personalmente dallo stesso Rhys.

Save the date | Pattern: il massaggio della carta - un workshop di due giorni a cura dell'illustratrice Marta Iorio, da Zoo, a Bologna

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Quando ho letto di questo workshop mi sono meravigliato del fatto che a curarlo fosse un’illustratrice che reputo sì bravissima (tra i migliori talenti italiani del momento, a dirla tutta, con una invidiabile capacità di raccontare storie ed evocare luci, profumi, voci attraverso il segno) ma che non avevo mai collegato direttamente ai pattern, ai motivi che si ripetono, lei che alla sua palette narrativa dà voce in punta di pennello e non col copia-incolla dei software.

L’artista in questione è Marta Iorio, classe 1978, napoletana, da anni di base a Bologna, e io sono sono andato a riprendere la mia copia di Cicale, la sua autobiografica opera prima, dove, guardando per la prima volta con “occhi diversi” le immagini, gli abiti, gli accessori, le carte da parati, le tovaglie, le coperte… ho trovato questo:

E dunque sì, Marta Iorio, (anche) maestra dei pattern, a cui dedicherà un workshop di due giorni presso Zoo; laboratorio che sarà focalizzato — cito il comunicato — “sull’osservazione, sui metodi di costruzione dei pattern e sulla realizzazione di una serie personale su carta”, usando le tecniche più svariate, dall’acquerello alle tempere, dai pennarelli alla monotipia, dall’incisione ai timbri.

Un’occasione unica per immergersi nella poesia della ripetizione (che però, nel caso di Marta, è una “ripetizione viva”, grazie ai segni sempre differenti gli uni dagli altri), del colore, delle geometrie.
Per tutte le informazioni e per iscriversi: facebook.com/events/953702107997233/ | *protected email*

Patternity: tra arte, ricerca, filosofia e pattern

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Pattern deriva dal latino patronus, che sta ad indicare il protettore, il maestro, ma anche il modello, quello da cui prendere esempio, quello da replicare. E un pattern è proprio questo: uno schema, un motivo che si ripete a partire da una sua parte, che è poi l’originale, il “padre” (patronus a sua volta deriva da pater).

Sapere che uno dei più influenti e importanti studi al mondo, specializzato appunto in pattern, si chiami Patternity, cioè “patternità”, fa quindi sorridere.
Mentre vedere, poi, le meraviglie che da quello studio escono fuori, fa strabuzzare gli occhi—lo stesso effetto che farà questo libro a chi se lo troverà tra le mani.

Nato nel 2009 su idea della fotografa e art director Anna Murray e della designer Grace Winteringham, Patternity è un progetto che studia, esplora, raccoglie, cataloga i pattern. Ma non quelli già bell’e pronti, quelli evidenti, “fabbricati” appositamente come pattern—quello sono buoni tutti (o quasi) a farlo. Quanto piuttosto—rifacendomi alla citazione d’apertura di Palahniuk—i pattern che i più non riconoscerebbero come tali, i pattern nascosti, i pattern dentro ai pattern, quelli che stanno nell’angolino di una fotografia, o su una foglia coperta di rugiada, sulla livrea cangiante di un pesce o di un uccello, tra le pieghe di una mano, tra le stelle come nelle particelle viste al microscopio.

La Murray e la Winteringham, che fanno fior di consulenze per i più grandi marchi della moda, della tecnologia, dell’editoria, della comunicazione, del mercato dell’arte, oltre che per musei e centri studio, sono una vera autorità in materia. Forse addirittura l’Autorità assoluta.
Curiosare nel loro archivio è un’esperienza capace di darti così tanti stimoli che a un certo punto ti tocca smettere per non andare in sovraccarico.

E mentre in questi giorni, a Londra, stanno organizzando il Festival of Pattern (dal 18 al 22 settembre) e una nuova piattaforma editoriale firmata Patternity è sul punto di partire, un libro, uscito lo scorso 3 settembre, celebra l’arte e la ricerca che il progetto ha portato avanti in questi anni.
Una ricerca che si ferma all’apparenza. Uno dei punti del loro Manifesto (sì, hanno anche un manifesto), recita: guardare ai più piccoli dettagli può aumentare la nostra comprensione del quadro generale?
E ancora: se riusciamo a visualizzare l’invisibile, questo può portare avanti l’innovazione?
Se non è filosofia questa…

I pavimenti di Parigi

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Milioni, forse miliardi di foto su Instagram ritraggono piedi e pavimenti, foto dall’alto, scattate con lo smartphone per poi postarle immediatamente e pavoneggiarsi, per scarpe, calzini, tatuaggi, dita smaltate. Il tutto più strano è meglio è…

Cosa c’è di diverso in questo caso? Semplice, il francese Sebastian Erras fotografa i suoi piedi per raccontare i bellissimi pavimenti di Parigi.
Maioliche, ceramiche, marmi, intarsi, mosaici, colorati, in bianco e nero, bellissimi.

I pattern ispirati ai film di Wes Anderson

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In attesa degli spazzoloni da cesso ispirati ai film Wes Anderson (che magari già esistono), il colorato e leccato e simmetrico “tocco magico” del regista texano è talmente potente da aver dato vita e senso di esistere a centinaia di omaggi, ispirazioni, pubblicazioni: illustrazioni, diorami, videogame, borse, libri

Ora arrivano anche i pattern, realizzati dal graphic designer e illustratore americano Dan Lehman, che sta trasformando i film di Anderson in motivi da applicare a tessutti, magliette e oggetti, affrontando la sua filmografia in ordine inverso, cominciando da Gran Budapest Hotel, passando per Moonrise Kingdom e arrivando (per ora) a Fantastic Mr. Fox.

Quest'articolo è stato scritto da Simone Sbarbati ed è uscito su Frizzifrizzi.


Patterns: un libro raccoglie parte della collezione del più grande archivio di pattern al mondo

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Fondata nel 1972 dalla textile designer Susan Meller, la Design Library è il più grande archivio mondiale di pattern, con qualcosa come più di 7 milioni di esemplari, tutti conservati negli enormi spazi di un vecchio mulino ristrutturato e riconvertito poco fuori New York.

Meller e suo marito hanno cominciato con una collezione molto più piccola — raccoglievano antichi pattern e ad un certo punto hanno iniziato a spenderci tempo, denaro e fatica, acquisendo altre collezioni, andando a rintracciare pezzi molto rari, soprattutto classificando instancabilmente ogni singolo esemplare — e con gli anni hanno creato quello che è diventato il massimo punto di riferimento per chi è in cerca di ispirazione o per chi vuol far ricerca.
Un paio di anni fa è uscito anche un video che mostra l’interno del luogo e che lascia davvero a bocca aperta.

Oggi, anche se Susan Meller non è più alla guida del progetto (la Design Library è stata acquisita nel 2002 da Peter Koepke, a sua volta collezionista e per 12 anni al lavoro nell’archivio), l’attività prosegue e la richiesta, da parte di designer di ogni campo (tra gli assidui frequentatori ci sono i creativi di marchi come Calvin Klein, Oscar de la Renta e Nike) è sempre altissima.
I milioni di pezzi, che comprendono campioni di tessuto, dipinti e carte da parati, vanno dalla metà del ‘700 ad oggi e sono ordinati in centinaia di categorie, in base al periodo storico, il tipo di motivo, il supporto, la tecnica, il movimento artistico…

E se ovviamente nessun video e nessun libro potranno mai sostituire l’esperienza di girare tra gli innumerevoli scaffali, esplorare gli archivi, saggiare i materiali con le dita, per chi vuole portarsi a casa perlomeno un “pezzettino” della Design Library l’editore Phaidon ha da poco pubblicato un libro, Patterns: Inside the Design Library, che racconta la collezione e ne mostra un piccola, rappresentativa selezione in un volume di oltre 300 pagine con più di 500 illustrazioni.

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Quest'articolo è stato scritto da Simone Sbarbati ed è uscito su Frizzifrizzi.

Un account Instagram mette insieme cibo e pattern

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Utilizzando cibo vero, solitamente di stagione, spesso cucinato semplicemente seguendo ricette trovate su Pinterest, la designer tessile spagnola Vega ha iniziato un paio di mesi fa a creare splendidi e colorati pattern che poi posta su Instagram.

Il profilo da seguire è @eatingpatterns.

[via]

Quest'articolo è stato scritto da Redazione ed è uscito su Frizzifrizzi.

Le migliori stampe e i pattern a tema naturale raccolti in un libro

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Vera e propria meta-fetticcio per appassionati di pattern e professionisti che lavorano nel campo del design tessile, dell’interior design e della moda, il blog Print & Pattern è nato nel 2006 (graficamente è rimasto quasi ad allora ma in questo caso la “confezione” ha davvero poca importanza rispetto al contenuto, e cioè un enorme archivio di nomi, tendenze e tecniche, costruito con una grande e raffinata abilità di ricerca), fondato dalla britannica Marie Perkins, lei stessa designer tessile e creatrice di “trend book” utilizzati da marchi e negozi.

Che si tratti di stampe e pattern su tessuto, su ceramica, su carte da parati, prodotti da cancelleria o illustrazioni da appendere al muro, Perkins — che sul blog si firma Bowie Style, ovviamente in omaggio al grande David Bowie — è una vera esperta, con un occhio incredibile anche nello scovare i nuovi talenti.

Negli anni la designer ha curato diversi libri, molti dei quali pubblicati dall’editore inglese Laurence King, alcuni su stampe e pattern in generali, come ad esempio Print & Pattern e Print & Pattern 2, e altri più specifici, tra cui Print & Pattern: Kids e Print & Pattern Geometric.

Il suo ultimo libro, uscito a gennaio 2017, è dedicato alla natura (siamo dopotutto in pieno “boom-naturalismo”, tendenza che ha contagiato l’editoria tutta, dai magazine ai libri per bambini, passando per la narrativa) e si intitola semplicemente Print & Pattern: Nature.

Nelle oltre 300 pagine del volume, che contiene altrettanti illustrazioni, Perkins raccoglie il meglio dell’illustrazione, dei pattern, della grafica e del design tessile relativo al mondo botanico, mostrando le opere di tantissimi artisti e designer che vale la pena seguire o da utilizzare come ispirazione per il proprio lavoro.

Quest'articolo è stato scritto da Simone Sbarbati ed è uscito su Frizzifrizzi.

Tesori d’archivio: i pattern dell’arte islamica

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Essendo una religione aniconica, che non ammette cioè la rappresentazione figurativa della divinità, l’Islam ha portato ai massimi livelli l’arte della decorazione geometrica astratta, andando a pescare dalle tradizioni più antiche — quella greca (vedi appunto le greche), quella romana, quella persiana, quella indiana — e complicandone ulteriormente gli schemi anche grazie all’apporto dei grandi matematici ed astronomi arabi, ed inserendovi elementi calligrafici (la matematica, dopotutto, è il linguaggio della natura, così come la scrittura nastaliq, cioè l’adattamento persiano della scrittura araba; si racconta che i grande calligrafo Mir’Ali, tradizionalmente considerato come l’inventore della nastaliq, sia stato ispirato da un sogno in cui vide le oche volare).

Visibili nei luoghi di culto e sugli oggetti sacri ma anche su tutta una serie di elementi uso quotidiano, i pattern differiscono in base alla provenienza: quelli indiani sono differenti da quelli siriani, a loro volte diversi da quelli marocchini, e via dicendo.
Tra i più grandi studiosi occidentali di pattern islamici c’è David Wade, architetto, scultore, grafico, studioso della magica intersezione tra geometria e arte (a cui ha dedicato un sito, bellissimo, Geometricism, che consiglio di spulciare fino all’ultimo link, così come consiglio anche di seguire il suo account Instagram @dav.d_wade) nonché autore, fin dagli anni ’70, di numerosi libri sull’argomento.

Grand parte delle sue ricerche sui patter islamici è stata raccolta in un sito, Pattern in Islamic Art, che è un enorme archivio di informazioni, di foto (scattate personalmente da Wade durante i suoi numerosi viaggi) e soprattutto di schemi tratti sia dai suoi libri che da quelli di altri autori.
C’è di che passarci sopra giornate intere, soprattutto in quei modelli che mostrano come da semplicissime figure geometriche vengono fuori intricatissimi motivi.

Quest'articolo è stato scritto da Simone Sbarbati ed è uscito su Frizzifrizzi.

I pattern della metropolitana di Londra

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I pattern più celebri della metropolitana londinese sono sicuramente quelli dei sedili, tanto che il London Transport Museum vende svariati oggetti e mobili che utilizzano gli stessi motivi e uno degli ultimi “aggiornamenti” è stato anche stato oggetto di una sorta di caccia ai particolari nascosti.

Pareti, tunnel, scalinate e tanti altri piccoli dettagli sparsi per le stazioni, però, non sono da meno. Tanto che qualche mese fa qualcuno ha creato un account Instagram interamente dedicato a questo: @tube_patterns.

Quest'articolo è stato scritto da Redazione ed è uscito su Frizzifrizzi.

Tesori d’archivio: un account Instagram raccoglie i pattern del “mondo reale”

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Ci camminiamo sopra, li troviamo sulle facciate delle case, sui muri di un bagno, più o meno nascosti nei graffiti che colorano le periferie.
Sono sulle carte da parati, sugli scalini di un palazzo e, se lo guardiamo dal punto di vista giusto, pure sul palazzo stesso.
Sono sui sedili della metro e quelli dei bus. Sulle saracinesche dei negozi, nelle vetrine, sui tombini, sopra i tetti.

I pattern sono ovunque — citando per la seconda volta lo scrittore americano Chuck Palahniuk: there are only patterns, patterns on top of patterns, patterns that affect other patterns. Patterns hidden by patterns. Patterns within patterns.

Deve pensarla allo stesso modo anche Miriam Ibanez, fashion designer di base a Londra che è talmente attratta dai motivi che si ripetono da collezionare tutti quelli che trova — e ci vuole un buon occhio perché molti di essi sanno nascondersi bene.

Ibanez è la curatrice di un sito che porta l’indovinatissimo nome di repeatrepeatrepeat, che ha fondato nel 2010 e dove ha raccolto centinaia e centinaia di “esemplari”. L’archivio si ferma al 2014 però la designer ha continuato la sua caccia su Instagram e sul suo @rrreeepppeeeaaattt, aggiornato quasi quotidianamente, ci sono oltre 1000 immagini.

Quest'articolo è stato scritto da Simone Sbarbati ed è uscito su Frizzifrizzi.

I pattern dei sedili di tutto il mondo

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Nato dall’idea di Julien Potart, barbuto regista francese che evidentemente passa un sacco di tempo sui mezzi pubblici, @idontgiveaseat è un account Instagram interamente dedicato ai pattern dei sedili dei mezzi pubblici di tutto il mondo (giusto qualche giorno fa abbiamo parlato di quelli della metro di Londra), da Palermo a Tokyo.

Tra bus, treni, tram, metropolinate e persino battelli, @idontgiveaseat ne raccoglie oltre 200, fotografati dallo stesso Potart o inviati da altri utenti che condividono la stessa passione.

[via]

Quest'articolo è stato scritto da Redazione ed è uscito su Frizzifrizzi.


Tesori d’archivio: un piccolo capolavoro dell’Art Nouveau

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Nato in Svizzera nel 1841, Eugène Grasset fu, come molti artisti della sua epoca, un talento multiforme capace di esprimersi al meglio in svariati campi: pittura, scultura, ceramiche, illustrazione, disegno grafico, design (d’arredamento, del gioiello), progettazione tipografia.

Dopo aver studiato disegno a Losanna e architettura a Zurigo, Grasset si trasferì a Parigi, dove diventò uno dei nomi più celebri del movimento Art Nouveau, soprattutto nel campo della grafica e delle arti decorative, contribuendo a definirne l’estetica, con le sue linee curve, i ghirigori, le forme organiche che si ispirano alla natura ma evitano di imitare pedissequamente “il pennello di Dio” per offrine invece una versione più stilizzata che evidentemente deve molto all’essenzialità delle stampe orientali.

A capo di un vero e proprio studio creativo, nel 1896 Grasset curò e diede alle stampe un volume intitolato La plante et ses applications ornementales, che raccoglieva in decine di tavole lo spirito delle arti decorative di quel periodo e mostrava praticamente come da una pianta e da un fiore potessero uscir fuori splendidi pattern.
Il libro è composto praticamente di sole immagini, con illustrazioni realistiche stile “tavola botanica” che precedono l’interpretazione Art Nouveau, realizzate principalmente da Maurice Pillard Verneuil, allora allievo di Grasset.

Più volte ristampato in nuove edizioni (eccone una), il volume si può anche sfogliare online o addirittura scaricare in alta risoluzione, mentre il successivo L’animal dans la Decoration, pubblicato l’anno dopo e dedicato invece alle stampe d’ispirazione zoologica, si può vedere quasi integralmente sul sito della New York Public Library.

Quest'articolo è stato scritto da Simone Sbarbati ed è uscito su Frizzifrizzi.

I pattern ispirati ai film di Wes Anderson

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Ora arrivano anche i pattern, realizzati dal graphic designer e illustratore americano Dan Lehman, che sta trasformando i film di Anderson in motivi da applicare a tessutti, magliette e oggetti, affrontando la sua filmografia in ordine inverso, cominciando da Gran Budapest Hotel, passando per Moonrise Kingdom e arrivando (per ora) a Fantastic Mr. Fox.

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Patterns: un libro raccoglie parte della collezione del più grande archivio di pattern al mondo

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Fondata nel 1972 dalla textile designer Susan Meller, la Design Library è il più grande archivio mondiale di pattern, con qualcosa come più di 7 milioni di esemplari, tutti conservati negli enormi spazi di un vecchio mulino ristrutturato e riconvertito poco fuori New York.

Meller e suo marito hanno cominciato con una collezione molto più piccola — raccoglievano antichi pattern e ad un certo punto hanno iniziato a spenderci tempo, denaro e fatica, acquisendo altre collezioni, andando a rintracciare pezzi molto rari, soprattutto classificando instancabilmente ogni singolo esemplare — e con gli anni hanno creato quello che è diventato il massimo punto di riferimento per chi è in cerca di ispirazione o per chi vuol far ricerca.
Un paio di anni fa è uscito anche un video che mostra l’interno del luogo e che lascia davvero a bocca aperta.

Oggi, anche se Susan Meller non è più alla guida del progetto (la Design Library è stata acquisita nel 2002 da Peter Koepke, a sua volta collezionista e per 12 anni al lavoro nell’archivio), l’attività prosegue e la richiesta, da parte di designer di ogni campo (tra gli assidui frequentatori ci sono i creativi di marchi come Calvin Klein, Oscar de la Renta e Nike) è sempre altissima.
I milioni di pezzi, che comprendono campioni di tessuto, dipinti e carte da parati, vanno dalla metà del ‘700 ad oggi e sono ordinati in centinaia di categorie, in base al periodo storico, il tipo di motivo, il supporto, la tecnica, il movimento artistico…

E se ovviamente nessun video e nessun libro potranno mai sostituire l’esperienza di girare tra gli innumerevoli scaffali, esplorare gli archivi, saggiare i materiali con le dita, per chi vuole portarsi a casa perlomeno un “pezzettino” della Design Library l’editore Phaidon ha da poco pubblicato un libro, Patterns: Inside the Design Library, che racconta la collezione e ne mostra un piccola, rappresentativa selezione in un volume di oltre 300 pagine con più di 500 illustrazioni.

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Quest'articolo è stato scritto da Simone Sbarbati ed è uscito su Frizzifrizzi.

Un account Instagram mette insieme cibo e pattern

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Utilizzando cibo vero, solitamente di stagione, spesso cucinato semplicemente seguendo ricette trovate su Pinterest, la designer tessile spagnola Vega ha iniziato un paio di mesi fa a creare splendidi e colorati pattern che poi posta su Instagram.

Il profilo da seguire è @eatingpatterns.

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Le migliori stampe e i pattern a tema naturale raccolti in un libro

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Vera e propria meta-fetticcio per appassionati di pattern e professionisti che lavorano nel campo del design tessile, dell’interior design e della moda, il blog Print & Pattern è nato nel 2006 (graficamente è rimasto quasi ad allora ma in questo caso la “confezione” ha davvero poca importanza rispetto al contenuto, e cioè un enorme archivio di nomi, tendenze e tecniche, costruito con una grande e raffinata abilità di ricerca), fondato dalla britannica Marie Perkins, lei stessa designer tessile e creatrice di “trend book” utilizzati da marchi e negozi.

Che si tratti di stampe e pattern su tessuto, su ceramica, su carte da parati, prodotti da cancelleria o illustrazioni da appendere al muro, Perkins — che sul blog si firma Bowie Style, ovviamente in omaggio al grande David Bowie — è una vera esperta, con un occhio incredibile anche nello scovare i nuovi talenti.

Negli anni la designer ha curato diversi libri, molti dei quali pubblicati dall’editore inglese Laurence King, alcuni su stampe e pattern in generali, come ad esempio Print & Pattern e Print & Pattern 2, e altri più specifici, tra cui Print & Pattern: Kids e Print & Pattern Geometric.

Il suo ultimo libro, uscito a gennaio 2017, è dedicato alla natura (siamo dopotutto in pieno “boom-naturalismo”, tendenza che ha contagiato l’editoria tutta, dai magazine ai libri per bambini, passando per la narrativa) e si intitola semplicemente Print & Pattern: Nature.

Nelle oltre 300 pagine del volume, che contiene altrettanti illustrazioni, Perkins raccoglie il meglio dell’illustrazione, dei pattern, della grafica e del design tessile relativo al mondo botanico, mostrando le opere di tantissimi artisti e designer che vale la pena seguire o da utilizzare come ispirazione per il proprio lavoro.

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